Umbria

Umbria - Gubbio

Adagiata sulle pendici del monte Ingino da dove domina una fertile conca pianeggiante, la città dei Ceri (scelti anche come simbolo della Regione Umbria) è una tra le più antiche città dell'Umbria e si è meravigliosamente conservata nei secoli.
Risalendo da Perugia le colline boscose e poco edificate che si dispiegano a oriente della Valle del Tevere, lungo la via eugubina, si giunge, dopo aver valicato il Monte Urbino, a dominare con lo sguardo l’ampia conca di Gubbio. Nette appaiono le profonde gole che separano i tre monti lungo le quali si allungano antichi percorsi di comunicazione con l’Adriatico.
Da lontano, è la scenografica figura della città medievale di Gubbio, quasi scolpita nella montagna e affacciata sull’ampia piana sottostante, a catturare l’attenzione.
Altri capisaldi visivi, testimonianze della storia antica, emergono nel paesaggio: la basilica di San Ubaldo inerpicata sulla parete del monte Ingino, sovrastante il centro storico; più in basso, la cerchia muraria che cinge a nord la città e gli eremi di S. Girolamo e San Ambrogio, a mezza costa sui due rilievi che la fiancheggiano.
Tra le opere architettoniche  e storiche più significative troviamo l'antico teatro romano situato appena fuori le mura, il Palazzo dei Consoli e la Fontana dei Matti legata alla tradizionale definizione della città quale "città dei matti" e all'aneddoto che solamente chi fa tre giri intorno alla famosa fontana di aggiudica la "patente di matto".
Nella piana, si è sviluppata la città più moderna: un rigonfiamento ai piedi del centro antico da cui si dipartono due lunghi “bracci” edificati.
All’orizzonte, sullo sfondo di questo scenario, le vette spoglie del Monte Cucco e del Monte Catria indicano già l’inizio delle Marche.

EVENTI:

LA CORSA DEI CERI: La Festa dei Ceri, è una delle tradizioni più emozionanti e singolari in Europa e si svolge nella città di Gubbio il 15 maggio di ogni anno. I Ceri sono tre macchine di legno a forma di prismi ottagonali sovrapposti e decorati, pesanti circa 4 quintali, portati trionfalmente a spalla dai ceraioli in onore di S. Ubaldo, patrono della città. Sulla cima dei Ceri sono saldamente fissate le statue dei santi Ubaldo, patrono della città e della Corporazione dei Muratori e Scalpellini; Giorgio, patrono della Corporazione dei Merciari; Antonio Abate, patrono dei Contadini e degli Studenti. Le origini di questa Festa sono antichissime: taluni studiosi la fanno risalire alle cerimonie pagane in onore delle divinità umbre (Cerfus) o romane (Cerere). Altri studiosi la riferiscono ai festeggiamenti dopo la vittoria di Gubbio nella guerra contro 11 città alleate contro (1154). L'ipotesi più plausibile rimane comunque quella legata alla figura di S. Ubaldo. Il 16 maggio del 1160 l'amato Vescovo di Gubbio morì; tutti i cittadini allora iniziarono un pellegrinaggio con candele accese, rito che si ripeterà sempre la sera della vigilia (il 15 maggio).
Dopo una lunga giornata di eventi e rievocazioni, alle ore 18.00 si conclude la processione. Dopo una concitata benedizione del Vescovo, i Ceri si lanciano in una corsa forsennata ed entusiasmante, fatta talvolta di pendute o addirittura di cadute, prima in città e poi su per gli irti stradoni che conducono al Monte, fino alla Basilica del Santo. Poi la notte è ancora lunga, e le feste, i canti e le polemiche continuano nelle ore piccole.